I messaggi whatsapp e gli sms ricevuti sul cellulare entrano nel fascicolo processuale come prova documentale.

Segnalo la sentenza numero 38678/2023 – depositata il 21/09/2023, resa dalla Suprema Corte di Cassazione – sezione sesta penale, che ha affrontato il tema giuridico della possibilità di acquisire ai fini della prova i messaggi whatsapp e gli sms ricevuti sul cellulare di una delle parti processuali ai fini della prova.

Il Collegio del diritto ha ritenuto di dare continuità al principio di diritto già affermato nella giurisprudenza di legittimità di seguito riportato:

“….. Nel vigente sistema processuale caratterizzato dalla dialettica delle parti (art.190 cod. proc. pen.), alle quali è attribuito l’onere di allegare le prove a sostegno delle rispettive posizioni, il giudice è tenuto a provvedere sulle relative richieste sulla base dei parametri di ammissibilità enunciati dall’art. 190, comma 1, cod. proc. pen., considerando i divieti probatori e la pertinenza della prova richiesta al thema decidendum (Sez. 6, n. 3666 del 22/01/1993, Armenio, Rv. 193675) e i messaggi whatsapp e gli sms conservati nella memoria di un telefono cellulare hanno natura di documenti ex art. 234 cod. proc. pen., sicché è legittima la loro acquisizione mediante mera riproduzione fotografica, non applicandosi né la disciplina delle intercettazioni, né quella relativa all’acquisizione di corrispondenza ex art. 254 cod. proc. pen.: infatti, non si è in presenza della captazione di un flusso di comunicazioni in corso, bensì della mera documentazione ex post di detti flussi (Sez. 6, n. 22417 del 16/03/2022, Sgromo, Rv. 283319; Sez. 6, n. 1822 del 12/11/2019, dep. 2020, Tacchi, Rv. 278124).

Invece, per la concreta utilizzabilità della trascrizione delle conversazioni via wathsapp, la necessità di acquisire il supporto telematico o figurativo contenente la relativa registrazione deve essere valutata in concreto (Sez. 5, n. 2658 del 06/10/2021, dep. 2022, M. Rv. 282771)”.

By Claudio Ramelli © RIPRODUZIONE RISERVATA.