Reati tributari: è illegittima la confisca se nella quantificazione del profitto del reato viene calcolato anche l’importo dell’Irap.
Segnalo la sentenza numero 5148/2024 – depositata il 06/02/2024, resa dalla Suprema Corte – sezione terza penale – che ha affrontato il tema giuridico della legittimità della confisca quando nel profitto del reato tributario viene annoverato anche l’importo relativo all’imposta Irap.
Nel caso in disamina i giudici del doppio grado di merito avevano, concordemente, ritenuto l’imputato responsabile del reato previsto e punito dall’art.2 d.lgs. n.74/2000, disponendo, per l’effetto, la confisca di quanto risparmiato dal contribuente, quale conseguenza del delitto tributario, in ordine all’Irpef, all’Iva nonché alle addizionali regionali e all’Irap.
La Suprema Corte ha accolto il ricorso limitatamente alla quantificazione dell’importo del provvedimento ablatorio statuendo il principio di diritto che segue:
“……Ed infatti, mentre le citate addizionali sono delle vere e proprie componenti delle imposte sul reddito – ancorché aventi una particolare destinazione soggettiva, in quanto non dirette ad alimentare la cosiddetta fiscalità generale ma specificamente dirette a costituire una delle provviste finanziarie degli enti territoriali cui le stesse sono destinate – delle quali condividono appieno, pertanto, la natura, per ciò che attiene all’ rap, in relazione alla quale vi è fra i presupposti d’imposta la circostanza, del tutto estranea alla ordinaria imposta sui redditi, che il contribuente si sia avvalso di un’autonoma organizzazione atta ad incrementare la personale capacità di produzione della ricchezza (in ordine a tale dato si veda, infatti, da ultimo: Corte di cassazione Sezione Tributaria, 18 luglio 2023, n. 20859), vi è una sostanziale diversità di struttura che rende siffatta imposta esulante rispetto al fuoco della disposizione la cui violazione è stata contestata al [omissis]”.
By Claudio Ramelli © RIPRODUZIONE RISERVATA.