Reati tributari: la partecipazione del consulente fiscale aggrava il reato per tutti i concorrenti.

La Corte di Cassazione, Sezione Terza Penale, con la sentenza n. 22909/2025 (depositata il 18 giugno 2025, udienza del 16 maggio 2025), ha chiarito l’ambito applicativo dell’aggravante prevista dall’art. 13-bis, comma 3, del d.lgs. n. 74/2000, stabilendo che nei reati tributari commessi con il supporto di un consulente fiscale, l’aggravante si applica a tutti i concorrenti, non solo al professionista.

 

L’aggravante dell’art. 13-bis, comma 3, d.lgs. n. 74/2000

La norma prevede che, qualora il reato sia agevolato dall’opera di un professionista che esercita abitualmente attività di consulenza fiscale, la pena per il reato stesso venga aumentata fino alla metà. L’intento del legislatore è punire con maggiore severità chi, grazie alle proprie competenze professionali, facilita la commissione di frodi fiscali, rendendo la sottrazione di imposte più sofisticata e difficile da individuare.

La giurisprudenza dominante ha chiarito che l’aggravante si applica non solo in caso di partecipazione diretta del consulente, ma anche quando il suo intervento contribuisce significativamente alla strutturazione di modelli evasivi replicabili dai clienti.

Il caso concreto: imputazione e sequestro

Nel caso di specie, il tribunale cautelare aveva rigettato l’appello dell’imputato, al quale era stato disposto il sequestro preventivo per euro 55.000 del patrimonio personale per il reato di indebita compensazione, punito dall’art. 10-quater d.lgs. n. 74/2000 e altro.

Il giudice del merito che aveva emesso la misura cautelare reale aveva ritenuto sussistere l’aggravante dell’art. 13-bis, comma 3, d.lgs. n. 74/2000 anche a suo carico. nonostante fosse privo della qualifica professionale e delle necessarie competenze.

Il ricorso per Cassazione

La difesa dell’imputato ha impugnato il provvedimento sostenendo, per quanto di interesse, l’inapplicabilità dell’aggravante al concorrente “extraneus” (cioè diverso dal consulente fiscale). Secondo la difesa, l’aggravante avrebbe dovuto riguardare solo il professionista, sottolineando che il ricorrente non possedeva competenze in materia fiscale né aveva contribuito all’elaborazione o commercializzazione di modelli di evasione.

La decisione della Suprema Corte e il principio di diritto

La Corte ha ritenuto manifestamente infondato il motivo di ricorso, affermando che:

«In tema di reati tributari, l’aggravante prevista dall’art. 13-bis, comma 3, d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74, in presenza del necessario coefficiente di colpevolezza, si estende ai concorrenti diversi dal professionista o dall’intermediario finanziario o bancario, trattandosi di circostanza a matrice mista, oggettiva e soggettiva, che riguarda una condotta commessa “attraverso” l’elaborazione o la commercializzazione di modelli di evasione fiscale, causalmente ricollegate al fatto tipico, e che, comunque, agevola la commissione del reato» (Cass. Sez. 3, n. 23335/2021, Alecci; Sez. 5, n. 4957/2021, Ronggui).

Implicazioni pratiche e strategie difensive

Il principio di diritto ribadito dalla sentenza n. 22909/2025 impone particolare attenzione nell’elaborazione delle strategie difensive.

Se la contestazione riguarda reati tributari commessi mediante frode, già puniti severamente (ad esempio, gli artt. 2 e 8 d.lgs. n. 74/2000 prevedono pene da quattro a otto anni di reclusione), e se le indagini offrono pochi margini per l’assoluzione, per evitare una condanna pesante – anche per effetto  dell’aggravante – è opportuno valutare il ricorso a riti alternativi (giudizio abbreviato o, se ammissibile, patteggiamento) per ottenere una pena meno afflittiva, possibilmente con il beneficio della sospensione condizionale.

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Per approfondimenti sull’aggravante dell’art. 13-bis, comma 3, d.lgs. n. 74/2000:

https://studiolegaleramelli.it/2019/07/04/frode-fiscale-e-concorso-del-commercialista-nel-reato-tributario-secondo-la-cassazione-per-la-punibilita-del-professionista-e-sufficiente-il-dolo-eventuale/

https://studiolegaleramelli.it/2022/01/17/risponde-del-reato-tributario-nella-forma-aggravata-ex-art-13-bis-d-lgs-74-2000-il-consulente-aziendale-che-non-risulta-ne-abilitato-ne-iscritto-allalbo-professionale-degli-avvocati-o-dei-do/

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Avv. Claudio Ramelli – riproduzione riservata