Reati Informatici

Lo Studio Legale Ramelli offre consulenza preventiva ed assistenza processuale nei procedimenti penali relativi ai reati informatici che il legislatore, con la finalità di contrastare la dilagante emersione di fatti illeciti connessi all’uso delle nuove tecnologie, ha introdotto nell’impianto del codice penale con la finalità di reprimere fatti di criminalità informatica ed alla tutela della riservatezza dei dati sempre più esposti all’aggressione esterna ed alla manipolazione.

Le figure di reato, più frequentemente trattate dallo studio, hanno natura eterogenea e possono essere così distinte in base al bene giuridico protetto:

a) i delitti di natura informatica a danno del patrimonio, come la frode informatica (art.640-ter c.p.) e il danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici o sistemi informatici (art. 635-bis e ss. c.p.);

b) i delitti di falso o finalizzati all’indebita captazione di informazioni riservate (artt. 617-quater; 617-quinquies; 617-sexies c.p.);

c) i delitti contro l’inviolabilità del domicilio “virtuale”, considerata l’equiparazione tra il sistema informatico privato e il domicilio “reale”, tra i quali il più rilevante è l’accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter e ss. c.p.);

d) il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ex art. 612 ter c.p., fattispecie posta a tutela della libertà morale introdotta dalla l. 69/2019;

e) i delitti in danno della fede pubblica, quali indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti e la fattispecie di reato ad esso prodromica di detenzione e diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a commettere reati riguardanti strumenti di pagamento diversi dai contanti, quest’ultima introdotta dal recente intervento del d.lgs. 184/2021.

Tuttavia, nella attività difensiva svolta nella quotidiana pratica giudiziaria dallo Studio Ramelli, con sempre maggiore frequenza, alle fattispecie sopra richiamate, tipicamente facenti parte del perimetro dei “reati informatici” in senso stretto, rispetto alle quali il sistema informatico assume il ruolo di mezzo del reato o di obiettivo della condotta criminale, si affiancano i reati “tradizionali” commessi attraverso l’utilizzo di un sistema informatico o telematico, quali, a titolo esemplificativo:

-diffamazione consumata mediante l’utilizzo di social network o altri sistemi di comunicazione informatizzati che mettono in contatto più persone;

-sostituzione di persona mediante creazione di falsi profili o account con l’utilizzo dei dati identificativi o delle immagini di persone inconsapevoli;

-atti persecutori o il meno grave reato contravvenzionale di molestie o disturbo alle persone commessi a mezzo strumenti di comunicazione informatica.

L’intera materia, come noto, è strettamente connessa all’utilizzo sempre maggiore di devices quali strumenti di comunicazione a distanza ed ha comportato in pochi anni una significativa modificazione del quadro normativo di riferimento e dell’elaborazione giurisprudenziale, spesso di solo merito, sedimentata intorno alle diverse figure di reato.

Tutto ciò richiede al legale un continuo aggiornamento professionale per poter approntare un’adeguata linea difensiva sia nell’interesse delle persone sottoposte ad indagine, sia a tutela dei diritti delle persone offese dal reato, anche con il contributo di altre figure professionali specializzate in reti informatiche o telematiche, hardware e software.